lunedì 13 maggio 2013

Grazie.

Quando perdo qualcuno che conosco, la cosa più spontanea che riesco a fare è dare un forte abbraccio ai famigliari.
Ora sono a più di otto mila kilometri di distanza e ho perso qualcuno. Non mi resta nient'altro che scrivere....

Grazie Alberto per avermi insegnato a non smettere mai di credere in me stessa. Grazie per avermi fatto capire che non devo mai smettere di conoscere. Grazie per avermi trasmesso la passione che tu avevi nel fare il medico. Grazie per avermi fatto capire che la mia vera strada è nel campo medico. Grazie per avermi fatto fantasticare con i racconti dei tuoi viaggi. Grazie per essere stato una persona razionale e colta. Grazie per aver condiviso con me i momenti gioiosi e anche quelli un po' più bui. Grazie per essere sempre stato te stesso.

Ricordo che in questi otto mesi in Venezuela ho parlato due volte con te in Skype e mi chiedevi informazioni sulla cultura, sulle persone, sulla geografia proprio come eri solito fare. E sono sicura che avresti aspettato di vedermi al mio ritorno,ansioso di conoscere il Venezuela attraverso le mie parole, proprio come facevamo tutti noi nel conoscere i tanti paesi che hai visitato.

È stata una morte che ha colto tutti di sorpresa, siamo ancora sconcertati e io, essendo lontano, mi sento impotente nel non poter dare nemmeno un semplice abbraccio.

Grazie di tutto Alberto, perché anche se ti ho conosciuto poco, mi hai trasmesso due grandi cose: la voglia di viaggiare e la passione per un lavoro nel campo medico.

Ci osserverai da lassù e ci proteggerai, sarai sempre qui vicino a noi con il tuo sorriso e il tuo sguardo allegro.

Grazie.

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