Forse ci metterò più giorni a scrivere questo post perchè sono piena di cose da fare, oddio non pienissima ma devo riprendere il ritmo, cosa non facile.
Eravamo rimasti che sarei andata al campo finale; ebbene sì, ho lasciato la casa della zia con Paulina il mercoledì mattino alle 7:30 e siamo state nell'edificio di AFS Venezuela fino alle 8:30, dopodiché siamo andati a fare colazione e alle 9 abbiamo lasciato la città per andare a Los Teques, in montagna. Lì ci hanno raggiunto verso le 11 e 30 tutti gli altri studenti, è stato bello rivederci tutti! Eravamo, tutto sommato, contenti, forse perchè ancora non si realizzava. Molti non erano "a favore" del campo di chiusura perchè è come se ci avessero (?) rubato due giorni in più con la nostra famiglia e con i nostri amici nelle rispettive città. Alla fine, il campo finale ci è servito secondo me. Ci hanno diviso in piccoli gruppi da 7-8 studenti e ciascun gruppo aveva il nome di una zona del Venezuela; abbiamo fatto le attività che già conoscevamo, come dei giochi e su come siamo cambiati. L'attività più bella è stata quella delle aspettative/paure del rientro: eravamo (e siamo) tutti sulla stessa barca, tra le aspettative ci sono la voglia di tornare e di riuscire ad unire le due vite; mentre tra le paure emerge soprattutto quella de "gli amici/la famiglia non mi capiscono". I volontari sono stati molto carini nell'aiutarci e nel condividere con noi le loro storie (sembra un gruppo di alcolisti anonimi hahah).
Il giovedì abbiamo registrato un video promozionale per il Venezuela, spero di avere il video perchè è bellissimo ed anche divertente perchè ciascuno mischiava la propria lingua con lo spagnolo hahahah la sera, abbiamo visto il video finale e abbiamo concluso con un'attività che avevo già fatto a scuola, la " Tela Araña ": ciascuno ha detto quello che gli mancherà del Venezuela e, dopo averlo detto, lanciava lo spago a un'altra persona e così si è formata una ragnatela che formava la relazione tra di noi. Alla fine l'hanno tagliata e il pezzettino che ci è rimasto in mano è il ricordo di quella serata e dell'esperienza in generale, così io l'ho legato a Paulina e lei a me. Dopo giorni senza lacrime, ho finalmente pianto... era inevitabile!!!
Venerdì mattino alle 8:20 siamo partiti verso l'aeroporto di Caracas, dove siamo arrivati alle 11 circa. Lì abbiamo aspettato che Lufthansa aprisse il check-in, ci siamo registrati, i volontari hanno compilato i fogli d'uscita dal Paese. Verso le 14 siamo entrati noi italiani e tedeschi nell'imbarco, dove ci hanno controllato un'infinità di volte, ci hanno fatto svestire e ci hanno timbrato il passaporto: lì è arrivata la fine. Alle 17 iniziava l'imbarco al gate numero 25, così abbiamo avuto solo un'ora per mangiare. Tra l'altro, mio papà di Valera mi ha inviato un messaggio bellissimo, quindi ho passato 10 minuti a piangere seduta in terra e poi ne ho pianti altri 10 perchè i miei compagni hanno ricevuto il diploma e mi stavano inviando le foto.... che tristezza...
Alle 17 ci siamo messi in fila per l'imbarco e una volta dentro il gate ci hanno controllato un'ennesima volta: io avevo cinque magliette e quando mi stavano perquisendo, la signora credeva che avessi sotto qualcosa e mi ha alzato tutto preoccupata, ma alla fine mi ha chiesto da dove venivo e perchè ero lì; ha subito intuito che eravamo tutti lì per uno scambio culturale, così ci hanno fatto passare direttamente sull'aereo senza dover aprire i bagagli a mano (per fortuna). Sull'aereo io non ero con Paulina purtroppo, in compenso ero vicino a un asiatico che non parlava nessuna lingua tranne la sua e si muoveva a gesti hahahaha Il volo fino a Francoforte non l'ho quasi sentito, sarà perchè ho dormito quelle tre ore in cui hanno spento le luci e così ho reagito meglio anche al fuso!
Arrivati a Francoforte, non ci credevamo... ci dicevamo "ma stiamo davvero tornando..". Ho salutato Paulina, senza pianti e sono andata con gli altri italiani alla ricerca del gate. Arrivati a un bivio, ci siamo separati pure noi perchè noi di Milano avevamo il gate A26 e quelli di Roma il B10; ci siamo abbracciati tutti, un "In bocca al lupo" e un ultimo "Ciao Chicchi!"... così ci chiamavamo noi... Così siamo rimasti in 10 ed era una corsa contro il tempo perchè alle 12:10 avevamo l'imbarco: ci abbiamo messo un sacco di tempo all'immigrazione e ci hanno controllato i bagagli a mano e i vestiti: un amico, purtroppo, ha dovuto lasciare lì il rum che ha preso al duty free a Caracas solo perchè l'ha comprato in un paese fuori dall'UE.
Dopo tutto ciò, scopriamo che ci hanno spostati al gate A40, ovviamente dall'altra parte dell'aeroporto, visto che i gate A sono 42! Altra corsa velocissima, arriviamo e ci imbarchiamo. Già stando sull'aereo ci siamo accorti che stavamo proprio tornando a casa con tutti quei milanesi che se la tirano come fossero i padroni del Mondo! Così noi parlavamo metà spagnolo e metà italiano, già parlavamo al passato ricordando il Venezuela. Il volo non è stato il migliore, il pilota ha fatto un sacco di su e giù e ho avuto il mal d'orecchie per due giorni -.-
L'arrivo in aeroporto è stato........ una sensazione strana! Eravamo davvero sul suolo italiano, prossimi a rivedere le famiglie... da non crederci. I nostri 11 mesi in Venezuela ci sono passati davanti in cinque secondi. Si vedeva l'ansia e la felicità sulla faccia di tutti noi, abbiamo cercato le valigie e sono arrivate tutte fortunatamente! Dopodiché ci siamo salutati e ci siamo promessi di rivederci! Nessuno era pronto ad uscire, c'era chi si avvicinava alle porte e si bloccava e chi proprio non si muoveva dal ritiro bagagli.Alla fine ho deciso di uscire, non potevo stare in aeroporto per sempre... così sono uscita per prima (penso). Appena si sono aperte le porte, ho incrociato lo sguardo di mia mamma e poi due mie amiche che mi hanno fatto la sorpresa! Ho pianto e non me l'aspettavo! E' stato bello e avevo un sorriso da ebete perenne.
A casa c'erano palloncini e striscioni e ad aspettarmi c'erano gli zii, le cugine, le nonne e miei cani... E' stato emozionante, proprio quello che volevo!
Ho mangiato tiramisù, focaccia, torta; ho parlato con tutti e ho pianto altre volte pensando al Venezuela.
La domenica mi hanno svegliato alle 13 circa e ho pianto, di nuovo. Non pensavo di soffrire così tanto!
Ovviamente è bello stare a casa, però devo familiarizzare di nuovo con tutto e tutti.... Non ho molta voglia di uscire e stare in giro.. Ho voglia di stare in casa e scrivere alla mia famiglia e ai miei amici del Venezuela, ho voglia di passare del tempo con la mia famiglia. Quegli amici italiani che pensavo non avessero capito, sono quelli che al momento comprendono di più la situazione... sono cambiati anche loro!
Ormai l'esperienza è davvero finita e il blog lo lascerò aperto per rileggerlo qualche volta e anche per far sì che altri futuri exchange students o semplici passanti lo leggano.
Ringrazio tutta la gente che ha letto il mio blog e ha seguito questi miei 11 mesi.
Grazie, grazie,grazie!
Glenda
Un saluto speciale va ad Alberto, che ci osserva da lassù..... Mancavi tu ad aspettarmi, a farmi le 1500 domande sul Venezuela.... Sono arrivata e non mi è sembrato vero... Le tue foto, ma tu non c'eri e ti aspettavo.. così come tutti ancora ti aspettano da due mesi a questa parte.. ma non arrivi.... Questo blog va un po' anche a te, che mi hai aiutato anche solo con i tuoi discorsi e con le tue parole durante le riunioni familiari... Grazie Alberto, questo va a te che mi hai trasmesso tanto in poco tempo. Ora starai vedendo per bene il Venezuela da lassù, ora starai conoscendo il Mondo come facevi tu, non da semplice turista....