Ogni volta che sono passata di qui, un sorriso e anche qualche lacrima sono comparsi sul mio volto: tantissimi ricordi ancora vividi, ancora qui con me.
E' certamente impossibile riassumere quattro anni in un post e non avrebbe neppure senso ridurre così tanto tempo a qualche riga; tante, tante cose sono cambiate e io con loro.
Mi sono diplomata con soddisfazione, mi sono iscritta a Lettere moderne senza successo, così ho lasciato dopo il primo anno e sono partita per una breve estate da ragazza alla pari in Francia. Attualmente, sono al mio secondo anno presso la facoltà di Scienze Politiche e ho alle spalle un'altra esperienza estiva come ragazza alla pari in Spagna.
Da quando sono tornata, sono rimasta in Intercultura come volontaria anche se ora me ne sono staccata e non so se riprenderò il prossimo anno sociale: essere volontaria mi fa vedere le cose da un'altra prospettiva e, onestamente, mi ha lasciato un po' d'amarezza.
Ho vissuto esperienze amorose deludenti, difficili ma che mi hanno fatto crescere e, forse, anche chiudere ancora di più; ho perso amicizie appena tornata e ne ho lasciate cadere altre nel corso degli anni, perché giustamente ognuno prende la sua strada. Porto avanti con convinzione la mia indipendenza, come se non avessi bisogno di nessuno e mi sono tanto avvicinata al mio clima familiare, quel clima che al ritorno, nel lontano 2013, è stato teatro di discussioni e pianti per il mio attaccamento al Venezuela.
E dunque parliamo del Venezuela: ho lasciato questo blog con l'adrenalina e la paura di essere tornata a "casa" dopo 11 mesi, consapevole che il ritorno sarebbe stato tosto ma con tanta grinta di ripartire, di ricominciare unendo l'Italia al Venezuela. A distanza di tempo, posso effettivamente raccontare con coscienza che il ritorno, per me, è stato un fulmine a ciel sereno: mi ci è voluto almeno un anno e mezzo per convincermi che, ormai, la mia vita è qui.
Quando sono tornata, avevo progetti di tornare in Venezuela dopo la maturità del 2014 e magari di stabilirmici: vuoi per il contesto famigliare, vuoi per il casino scoppiato nell'aprile 2014 in Venezuela con conseguente mancanza di voli per Caracas, vuoi per la vita universitaria, non ci sono ancora tornata. Eppure, ci sono ancora legatissima: sono ancora in stretto contatto con la mia gente, con la mia famiglia, con i miei Amici e, anzi, ne ho conosciuti di altri.
Le notizie degli ultimi due mesi sono scottanti e io sono più che mai con il cuore in quella mia seconda terra: da quando sono tornata ho partecipato a varie proteste di venezuelani organizzate a Milano, ho inviato aiuti umanitari e da due mesi sto facendo sensibilizzazione in italiano sui social networks.
Probabilmente gli effetti collaterali dell'anno all'estero sono stati forti ed eccezionali su di me, ma adoro aver trovato un paese, un clima, un popolo che sento mio. Appena tornata ripudiavo, effettivamente, la mia vita in Italia: mi sentivo incompresa, esclusa, un pesce fuori dall'acqua. Sicuramente ci ho messo del mio nella mia difficile reintegrazione: nella mia testa continuo ad essere là, dove effettivamente è rimasto il mio cuore. Molte volte penso che sto facendo troppo per questo paese che, dopotutto, non è la mia terra natale e che qui non ho costruito, in questi quasi 4 anni dopo, nulla di concreto o che mi faccia dire di avere una mia vita italiana; ma quando vedo i video della resistenza, vedo le foto di come questa dittatura sta reprimendo il popolo che vuole un Venezuela libero, vedo i giovani che sono disposti a perdere la vita per la propria terra, allora mi convinco che ciò che faccio sia la cosa giusta e continuo, a costo di essere definita "fissata" o "pesante" (mi è capitato) da parte di italiani.
Io proseguo nei miei studi, covando nel profondo il desiderio e la speranza di poter tornare nella mia amata Venezuela. E cerco di non manifestare troppo questo desiderio perché ho capito che la percezione di una causa è diversa e sicuramente qui si sentono di più temi quali il terrorismo, gli immigrati o il Medio Oriente.
In questi 4 anni sono diventata la "zia italiana" di due bimbi, avuti dal mio fratello maggiore venezuelano; ho rivisto due volte Paulina in Germania e lei in Venezuela ci è tornata nel 2014, praticamente sei mesi dopo il nostro ritorno ed è stato strano esserci senza di me, con di fronte una Valera militarizzata già all'epoca. In questi giorni è stato pubblicato un video in supporto alla lotta del Venezuela: io e altri studenti AFS abbiamo raccolto i nostri messaggi e siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto.
Qui lo posto e, magari, tornerò a scrivere qui... magari racconterò ancora del mio Venezuela e del mio sperato ritorno...
A presto,
Glenda